ore 21.0 – Chiesa di San Giovanni Battista (Cassina Ferrara)
«Perché la personalità di un uomo riveli qualità veramente eccezionali, bisogna avere la fortuna di poter osservare la sua azione nel corso di lunghi anni. Se tale azione è priva di ogni egoismo, se l’idea che la dirige è di una generosità senza pari, se con assoluta certezza non ha mai ricercato alcuna ricompensa e per di più ha lasciato sul mondo tracce visibili, ci troviamo allora, senza rischio d’errore, di fronte a una personalità indimenticabile» (J. Giono, L’uomo che piantava gli alberi, p. 11).
L’uomo che piantava gli alberi è il titolo di un racconto di Jean Giono. Siamo nel 1913: durante una lunga escursione tra le pendici provenzali delle Alpi, allo scrittore capita di smarrirsi e di rimanere senz’acqua. Incontra per caso un pastore, che vive con qualche pecora e il cane. Un uomo che, un po’ per volta, si rivela essere una “personalità indimenticabile”.
Siamo al mondo per seminare giardini o per generare deserti? Tanto più in tempi come i nostri la lettura del racconto di Giono ci vuole allargare il cuore alla responsabilità dei “custodi del giardino”, in cui Genesi vede la nostra vocazione profonda.
Passeggeremo nel racconto, lasciandone emergere intrecci con altre pagine di letteratura, anche bibliche, e offrendo qualche spunto sapienziale.
Questo il racconto di Jean Giono, L’uomo che piantava gli alberi.